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Tibet : riconosciamo la sua identità (zenmaster)

Pechino ha reagito con rabbia anche alla presa di posizione della presidente del Congresso americano Nancy Pelosi che si è unita alla richiesta del Dalai Lama di un`inchiesta internazionale sulle violenze della scorsa settimana a Lhasa la capitale del Tibet. Le dichiarazioni di Nancy Pelosi ha detto un portavoce del ministero degli esteri cinese ``violano tutti i principi delle relazioni internazionali``. Ogni giorno nuove voci si aggiungono all`appello per il dialogo col leader tibetano già lanciato dal governo del dal segretario di Stato americano Condoleezza Rice dal Giappone e dall` Europa.

Oggi sono stati trenta intellettuali cinesi - guidati dallo scrittore Wang Lixiong e dall`attivista per i diritti umani Liu Xiaobo - ad uscire allo scoperto con una `lettera aperta` che propone ai leader cinesi di ``aprire un dialogo diretto col Dalai Lama`` per arrivare ad una ``riconciliazione nazionale``. Il tono del Quotidiano del Popolo è diverso. ``La Cina - scrive il giornale del Partito Comunista - deve risolutamente opporsi alla cospirazione per il sabotaggio (delle Olimpiadi) e schiacciare le forze indipendentiste``. In un`intervista al settimanale americano Newsweek lo stesso Dalai Lama si è rivolto ai massimi leader cinesi il presidente Hu Jintao e il primo ministro Wen Jiabao per i quali afferma di avere ``grande rispetto``. Cosa direbbe loro gli domandano gli intervistatori se Hu e Wen fossero seduti in questa stanza? ``Gli ricorderei la frase di Deng Xiaoping (il leader che lanciò la politica di apertura e riforma dopo la scomparsa del presidente Mao Zedong) secondo la quale bisogna imparare dai fatti`` risponde il leader tibetano. La migliore garanzia contro l`emergere di tendenze indipendentiste afferma poi dopo aver ripetuto di essere favorevole all`autonomia e non all` indipendenza sarebbe ``il fatto che il popolo tibetano è soddisfatto``. ``Inoltre direi loro per favore provate la accuse che mi avete fatto`` aggiunge.

Martedì scorso è stato lo stesso Wen Jiabao ad indicare nella ``cricca del Dalai Lama`` la responsabile delle violenze. In una delle sue rare conferenze stampa Wen ha chiesto polemicamente ai giornalisti stranieri: ``pensate che lui (il Dalai Lama) non abbia nulla a che fare con quello che è successo all`estero (le manifestazioni contro le Ambasciate cinesi sfociate in alcuni casi in violenze)?``. Lunedì 24 parte da Olimpia in Grecia il viaggio della fiaccola olimpica che passerà per 19 paesi prima di tornare in Cina all`inizio di maggio e girare poi per tutte le province. Anche le tappe in Tibet e sul monte Everest sono state confermate dal Comitato Organizzatore dei Giochi di Pechino (Bocog). Nuove manifestazioni anticinesi potrebbero creare ulteriore imbarazzo ad una leadership quella di Hu e di Wen già messa in seria difficoltà dalle proteste delle due settimane passate. Il Tibet e le altre regioni della Cina a popolazione tibetana rimangono ermeticamente chiuse agli osservatori esterni. Testimoni riferiscono che il dispositivo militare cinese continua ad essere rafforzato. Importanti giornali cinesi tra cui il China Daily pubblicano oggi con rilievo articoli nei quali si lamenta la scarsa ``obiettività`` della stampa internazionale un segnale che rende improbabile un`apertura della regione ai giornalisti. Il conto delle vittime rimane fermo a 19 (18 civili ed un poliziotto) per la Cina mentre gruppi tibetani parlano di circa cento morti tra Lhasa ed il Sichuan una delle province con una forte presenza tibetana nella quale si sono verificati violenti scontri tra tibetani e polizia cinese. Le autorità cinesi sostengono di aver arrestato 209 persone a Lhasa e non fanno menzione di arresti in altre zone del paese.

(Da Ansa art. di Beniamino Natale)

(23/03/2008)