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20 paesi nemici di Internet (anonimo)

I 20 paesi nemici di Internet -
Esistono alcuni paesi dove i regimi vietano totalmente ai cittadini
l`accesso a Internet >

15-02-2001 - Fonte: rsfitalia.org



Quarantacinque paesi controllano l`accesso a Internet - nella maggior parte
dei casi attraverso un provider unico di accesso - e venti di questi paesi
possono essere qualificati come veri nemici di questo nuovo media.
Con la scusa di proteggere gli utenti ``dalle idee sovversive`` o `` di
garantire la sicurezza o l`unità del paese`` alcuni di questi regimi vietano
totalmente ai loro cittadini l`accesso a Internet.
Altri governi che controllano il o i provider usano dei filtri per
bloccare i siti pericolosi oppure obbligano ogni utente a registrarsi
presso le autorità di governo.

Per i regimi autoritari Internet pone un doppio problema: da un lato
permette a ogni cittadino di approfittare di una libertà di espressione mai
conosciuta in questi paesi e per questo costituisce una minaccia.
D`altra parte Internet è un fattore di crescita economica grazie
soprattutto al commercio elettronico e agli scambi di informazioni tecniche
e scientifiche. Cose che spingono alcuni governi a sostenere il suo
sviluppo.

Apparentemente è quest`ultimo aspetto a prevalere per esempio in Malesia e
a Singapore dove il controllo dei siti giudicati ``pericolosi`` si rivela
molto difficile per le autorità.
Inoltre i naviganti della Rete riescono ad aggirare la censura: criptaggio
``server di anonimato`` (che serve per consultare siti vietati o scambiare le
email) connessione attraverso linee internazionali cellulari o
satellitari ecc.

Reporter senza frontiere ha selezionato venti paesi nemici di Internet
perché ne controllano l`accesso totalmente o parzialmente hanno censurato
dei siti o hanno censurato dei naviganti.

Questi paesi sono: l`Arabia Saudita i paesi dell`Asia centrale e del
Caucaso (Azerbaigian Kazakistan Uzbekistan Tagikistan e Turkmenistan) la
Bielorussia la Birmania la Cina la Corea del Nord Cuba l`Iraq l`Iran
la Libia la Sierra Leone il Sudan la Siria la Tunisia e il Vietnam.

Arabia Saudita

Anche se 37 società private sono state autorizzate a proporre al pubblico
delle connessioni a Internet tutto il traffico transita dai server della
Città delle scienze e della tecnologia (organismo pubblico) dotate di un
sistema di filtri i famosi ``firewall`` che impediscono l`accesso ai siti
che propongono ``informazioni contrarie ai valori islamici``.
Internet è considerato come un ``vettore dannoso dell`occidentalizzazione
degli animi``.

Asia centrale e Caucaso

Nella maggior parte dei paesi le autorità controllano o limitano l`accesso a
Internet. In Tagikistan un solo operatore Telecom Technologies di
proprietà del governo fornisce un accesso alla Rete nella sola città di
Dushanbe.
In Uzbekistan e in Azerbaigian l`attività degli operatori privati è
controllata dal ministero delle Telecomunicazioni incaricato di controllare
le voci critiche del paese.
In Kazakistan gli operatori devono pagare tasse di utilizzazione e di
connessione proibitive.

Bielorussia

Il regime di Alexandre Lukashenko non lascia alcuno spazio di libertà in
Internet e l`accesso è fornito da un solo operatore Belpak statale.

Birmania

La legge sull`informatica del 1996 obbliga ogni proprietario di computer a
dichiararne il possesso all`amministrazione. Altrimenti rischia 15 anni di
prigione.

Cina

Tutti gli utenti hanno l`obbligo di registrarsi presso le amministrazioni.
Nel gennaio 1999 a Shanghai il tecnico informatico Lin Hai è stato
condannato a due anni di carcere per aver fornito 30mila indirizzi email di
utenti cinesi a una rivista online dissidente che ha sede negli Stati Uniti.
Il 4 maggio 1999 con l`avvicinarsi del decimo anniversario della strage di
Tienanmen le autorità hanno ordinato la chiusura di 300 cybercafe a
Shanghai con il pretesto che non erano in regola con le autorizzazioni. Nel
dicembre 1998 fu bloccato l`acceso al sito della Bbc.
Secondo Zangh Weiguo direttore responsabile del sito in cinese New Century
Net (www.ncn.org) le autorità hanno bisogno di almeno due mesi per risalire
al server e bloccarlo.
Quando ci riescono i siti cambiano indirizzo.

Corea del Nord

Pyongyang non ha alcun accesso a Internet. I pochi siti ufficiali destinati
al pubblico straniero sono ospitati da server con sede in Giappone.

Cuba

Internet è controllato come gli altri media. Una decine di agenzie di stampa
indipendenti e illegali (come Cubanet e Cuba Free Press) diffondono le loro
informazioni telefonando a organizzazioni con sede a Miami che in seguito
le pubblicano sulle loro pagine web.
Ma anche in questo modo gli articoli non sfuggono alla repressioni:
nell`ottobre del 1998 un funzionario del ministero degli esteri ha
denunciato un articolo ``ingiurioso`` di Mario Viera (dell`agenzia
indipendente Cuba Verdad) che criticava il funzionario.
Viera è ancora in attesa di giudizio: rischia 18 mesi di carcere.

Iraq

Baghdad non ha alcun accesso diretto a Internet. I siti dei giornali
ufficiali e di alcuni ministeri sono ospitati da server con sede in
Giordania.
A causa dell`embargo l`equipaggiamento di materiale informatico è
praticamente nullo.

Iran

La censura in Rete è uguale a quella che colpisce gli altri media e riguarda
gli stessi argomenti: sessualità religione critica della Repubblica
islamica Israele Stati Uniti ecc.
A causa dei filtri disposti dalle autorità l`accesso ad alcuni siti è
vietato: gli studenti di medicina non possono collegarsi a pagine web che
parlano di anatomia.

Libia

Il paese non è collegato alla Rete. Il regime mantiene intenzionalmente la
popolazioni fuori dai circuiti internazionali dell`informazione.

Sierra Leone

Nel contesto di una repressione nei riguardi della stampa critica le
autorità hanno anche attaccato un giornale che è online: nel giugno del 1999
due giornalisti del quotidiano The Independent Observer Abdul Rhaman Swaray
e Jonathan Leigh sono stati arrestati dopo aver collaborato con un giornale
online dei ``Ninjas`` www.sierra-leone.cc (il giornale non e` più on line NDR) pubblicato da giornalisti entrati in clandestinità.

Sudan

Attraverso Sudanet unico provider di accesso statale (rudimentale) lo
Stato controlla tutte le connessioni alla Rete.

Siria

L`accesso alla Rete è ufficialmente vietato ai privati. Ogni infrazione può
essere punita con la prigione. Solo le istituzioni ufficiali possono
accedere a Internet tramite il Centro pubblico delle telecomunicazioni.

Tunisia

L`Agenzia tunisina Internet (Ati) esercita una tutela sui due provider
d`accesso privati che in realtà sono legati al potere: uno è diretto dalla
figlia del presidente Ben Ali e l`altro da una persona vicina
all`establishment.
I server centrali controllano le connessioni di alcuni utenti. Sul
territorio tunisino l`accesso al sito di Amnesty International è bloccato.

Vietnam

Ogni utente è obbligato a registrarsi presso uno dei due provider di accesso
pubblici.
E` bloccato l`accesso ai siti delle associazioni vietnamite con base
all`estero o delle organizzazioni internazionali dei diritti umani. Il 9
giugno 1999 il ministro dell`Interno ha ordinato la sospensione della
connessione del giornalista Ngyen Dan Que un ex prigioniero politico che un
mese prima aveva diffuso un messaggio filodemocratico attraverso Internet.

(05/08/2008)