Le
origini
Tradizionalmente si fanno risalire le prime notizie storiche dell'esistenza
di una vera disciplina di combattimento ai tempi di Huangdi l'imperatore
giallo (2697 a.C.) noto tra l’altro per aver lasciato ai posteri
il "Neijing " (Canone di medicina interna).
Si narra in quel tempo di una forma di combattimento molto violenta,
in cui i contendenti indossando copricapi cornuti cercavano di trafiggersi,
sopravvissuta fino a tempi recenti in forma rituale, risalgono invece
al 1700 a.C. circa i primi reperti indicanti scene di combattimenti
a mani nude. Nel periodo tra il 1100 e 300 a.C., sotto il dominio
della dinastia Chou, iniziarono a comparire le prime vere testimonianze
storiche sulle Arti Marziali: pugilato, lotta, scherma o tiro con
l'arco.
I grandi saggi che popolavano la Cina in quel periodo diedero un notevole
contributo al fiorire di tutte le arti, comprese quelle Marziali influenzando
in maniera determinante tutto il pensiero cinese (Confucio, Lao Tze),
tra questi il maestro Mo Ti che fu un grande guerriero a capo di un
gruppo di cavalieri chiamati "Yu Hsie" (cavalieri erranti)
particolarmente abili nelle Arti Marziali.
Siamo nel periodo degli Stati Combattenti (500-300 a.C.) e questi
mercenari erano molto richiesti dai nobili perennemente in lotta.
Quando l'esercito di cui un gruppo di yu hsie faceva parte veniva
sconfitto, questi si rifugiavano in villaggi isolati, sulle montagne
o in templi ove potevano creare scuole marziali, contribuendo sempre
più alla commistione tra abilità marziali e ricerca
filosofico-esoterica (che era parte integrante della loro vita).
Il periodo dei tre regni.
Iniziò poi il "Periodo dei tre regni" (220-280 d.C.),
durante il quale le Arti Marziali vennero notevolmente raffinate.
A quest’epoca si fanno risalire le prime notizie circa l’evoluzione
zoomorfica dell’Arte Marziale, divenuta poi caratteristica costante,
quando Hua To, medico taoista, inventò il "Gioco dei Cinque
Animali", una serie di esercizi fisici che prendeva spunto dai
movimenti della tigre, l'orso, il cervo, la scimmia e la gru.
Per assistere alla vera e propria divisione tra stili interni ed esterni,
bisognerà aspettare la dinastia Ching (1644-1911), altro punto
importantissimo della storia del Kung-Fu: in questo periodo, infatti,
la Cina fu dominata dai Manchu, una popolazione barbara del nord che
strappò con la forza il trono all'ultimo imperatore Ming.
Da subito
sorsero focolai di rivolta e resistenza allo straniero. Gli ordini
religiosi si schierarono in prima fila e i monasteri divennero rifugi
e centri di addestramento dei rivoltosi. L'esercito invasore proibì,
pena la morte, la pratica di Arti Marziali e l'uso di armi, e nel
1736 distrusse il monastero di Shaolin.
I monaci scampati si dispersero per tutta la Cina, dandosi ad addestrare
il popolo in segreto in vista della ribellione contro i Manchu. I
principali effetti della diaspora dei monaci furono due: la diffusione
tra la popolazione civile delle Arti Marziali che nei secoli precedenti
erano appannaggio esclusivo di individui scelti e la dispersione dei
monaci su territorio vastissimo, determinando un'ulteriore frammentazione
di conoscenze e stili. Contemporaneamente, vi fu un rigoglioso fiorire
di società segrete nate per opporsi ai dominatori e prendersi
cura del popolo oppresso. Queste furono le precorritrici delle moderne
triadi, degenerate allo status di organizzazioni criminali.
Comunque,
molti stili del nord poterono raggiungere la parte meridionale della
Cina; su quest'argomento c'è una storia diffusa negli ambienti
del Kung-Fu, secondo la quale i monaci scampati alla distruzione di
Shaolin si rifugiarono nella regione del Fuchien (Cina del sud) e
lì costruirono un secondo tempio dove crearono la scuola Shaolin
del sud che però seguì la stessa sorte del primo non
molti anni dopo e riuscirono a sopravvivere solo cinque monaci, che
a loro volta svilupparono a nuovi stili.
Bodhidarma
e la leggenda del Tempio Shaolin.
Tappa successiva nella storia del Kung-Fu è l'evento più
famoso in assoluto: si tratta dello stanziamento in Cina, nel 527,
del prete indiano Bodhidarma, ventottesimo patriarca del buddismo,
che e' stato considerato erroneamente l'iniziatore del Kung-Fu Shaolin.
Shaolin
("monastero della giovane foresta") sorgeva sulle pendici
di un monte sacro, il Song Shan, nella provincia di Honan; fu fondato
nel 477 dopo Cristo come centro per monaci indiani venuti ad aiutare
gli studiosi cinesi a tradurre dal sanscrito i testi sacri del buddismo
appena giunto nell’Impero.
Ciò
che con maggior probabilità fece Bodidharma (in cinese Ta Mo)
fu l'apporto a Shaolin di tecniche di ispirazione yoga, che aiutassero
i monaci a sopportare le estenuanti sedute di meditazione.
Si attribuiscono a Bodidharma due trattati anatomo-fisiologici,l'"I
Chin Ching", trattato sul movimento dei tendini e lo "Hsi
Sui Ching", trattato sul lavaggio del midollo osseo. Comunque
sia andata, dopo la scomparsa di Ta Mo, cominciò a risuonare
per tutta la Cina la fama di combattenti imbattibili dei monaci Shaolin.
L'addestramento fisico e mentale dato dall'ascetismo monastico, probabilmente,
dava i suoi frutti. Per tutta la sua storia il monastero fu un rifugio
per briganti pentiti e guerrieri convertiti; tutti esperti combattenti
che ebbero modo di confrontare le proprie conoscenze con ciò
che si praticava tra i monaci. In tal modo il bagaglio del Kung-Fu
Shaolin cresceva, così come la sua fama, per raggiungere l'apice
tra il 1500 e il 1600.
Il generale Yueh Fei creò il Pa Tuan Chin, gli "Otto Pezzi
di Broccato", una ginnastica energetica che preparava il corpo
alla pratica del Kung-Fu. A questi è attribuita anche la creazione
del famoso stile interno Hsing-I. Ma lo stile che più facilmente
possiamo ricondurre al monastero è il Wu Hsing Ch'uan, il pugilato
delle cinque forme, che si ispirava (come il gioco dei cinque animali
di Hua To) al modo di combattere di cinque animali: il drago, con
movimenti fluidi e veloci, la tigre, con notevole lavoro da parte
delle articolazioni, il leopardo, che privilegia la forza fisica con
salti spettacolari, il serpente, il cui Chi penetra in tutto il corpo
così che quando tocca qualcosa sembra assorbirne tutta l'energia
e la gru, che predilige il lavoro sui tendini e sui nervi mantenedo
ben saldo l'equilibrio. Esso venne codificato nel 1500 dal monaco
Chueh Yuan. Le 70 tecniche originali di questo particolare esercizio
sono andate perdute, e le forme omonime attualmente esistenti, ed
attualmente praticate anche all'interno della scuola "La Porta
del Drago", sono di costituzione molto posteriore.
Punto di svolta fu il periodo in cui la Cina venne invasa dai Manchu
ed i monaci Shaolin si schierarono attivamente contro questi nel tentativo
di riportare sul trono la dinastia Ming. Evidentemente questo non
sfuggì all'esercito invasore, che proibì, pena la morte,
la pratica di Arti Marziali e l'uso di armi, e nel 1736 distrusse
il monastero di Shaolin. I monaci scampati si dispersero per tutta
la Cina, dandosi ad addestrare il popolo in segreto in vista della
ribellione contro i Manchu. Le logiche conseguenze di questo avvenimento
furono la diffusione tra la popolazione civile delle Arti Marziali
che nei secoli precedenti erano appannaggio esclusivo di individui
scelti e la dispersione dei monaci su territorio vastissimo.
(continua)