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Sri Lanka (parte II del viaggio)
viaggio alle fonti del buddhismo


Polonnaruwa

Altra importante capitale cingalese, fu fondata nel VIII secolo dalla dinastia dei Chola dell'India meridionale
e portata al suo massimo splendore nel XII secolo dal re Parakramabahu
che fece costruire importanti opere pubbliche come ospedali, scuole, templi
e il lago artificiale che da lui prese il nome.


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Le sue vestigia, sparse in un'area archeologica di ben 8 km sulla riva orientale del lago, sono la testimonianza della profonda fede buddista del popolo cingalese. Vi si trovano infatti i resti di grandi palazzi, numerosi templi e statue raffiguranti Buddha.

Il sito più importante è sicuramente il Gal Vasara o Tempio della Roccia Nera, un grandioso trittico di statue di grandi dimensioni, modellate in una grande roccia monolitica di granito e perfettamente conservate.

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Il museo è più ricco di quello di Anuradhapura, e ha notevoli sculture in bronzo tra le quali spicca una fenomenale danza di Shiva .

In Plonnaruwa troverete dagoba, templi buddisti ed indù, fontane, scale, colonne e, infine, le tre grandi e belle statue del Buddha seduto in meditazione, in piedi e sdraiato.

Il sito archeologico è superbo: immerso nel verde, con scimmie che scorrazzano liberamente, è un susseguirsi di antiche rovine di palazzi, templi induisti, dagoba.

Gal Vihara.
Si tratta di un gruppo di 4 enormi statue di Buddha scolpite nella roccia. Il Buddha coricato è qualcosa che lascia senza parole.


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Al tramonto prevale il silenzio nonostante l'affollamento. E' palpabile l'enorme rispetto per la sacralità del luogo. Tutto attira la nostra attenzione perfino le profumatissime piccole composizioni floreali che vengono offerte al Buddha.


Dato che ai templi si può accedere solo scalzi è bene aver sempre dietro un paio di calzini.

Non fotografare mai una statua rappresentante Buddha con voi in posa : è un sacrilegio e potreste andare incontro a parecchi guai.

   

Sigirya

Sygiriya, la rocca del leone, utilizzata nel II° secolo a.c. come monastero.
Nel VI° secolo diviene la fortezza del Re Kashyapa.
Secondo le testimonianze infatti il re, dopo aver ucciso il padre e per sfuggire alla vendetta del fratello,
fece costruire due palazzi, uno alla base ed uno alla sommità del massiccio,
dei quali oggi rimangono resti dei magnifici giardini e fontane, del trono e della piscina.


Una enorme roccia alta 200 m di color rossastro sorge improvvisamente dalla vegetazione tropicale. Per raggiungere la sommita' ed ammirare il Palazzo reale occorre salire 1500 gradini sospesi nel vuoto! Lo spettacolo dalla cima, con i resti del Palazzo Reale, è incomparabile. Il momento migliore e' il tramonto


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Stupendi gli affresci presenti nella grotta.
Discesi dalla rocca incappiamo in un incantatore di serpenti.
La spettacolare fortezza naturale di Sigiriya, la "Rocca del Leone", si eleva scenograficamente tra il verde della foresta per oltre 350 metri. E' una delle principali attrazioni del paese..

La salita, fra passerelle artificiali e scalini nella roccia, è impegnativa, ma dalla sommità il panorama è davvero spettacolare.

In una grotta lungo la salita si incontrano straordinarie pitture rupestri che ritraggono le leggendarie "fanciulle di Sigiriya", cortigiane o forse dee: un'opera di enorme importanza per la storia dell'arte orientale.

All'estremità settentrionale della rocca si apre invece la spianata del leone, da cui la rocca trae il nome.

   

Pinnawela

E' il regno degli elefanti.
In questa riserva vengono accuditi, allevati ed addestrati i piccoli elefanti orfani prelevati dalla foresta
in cui circa 3000 esemplari vivono tutt'oggi allo stato selvaggio. Qui si possono fare brevi escursioni
sul dorso di questi splendidi animali.



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Nuwara Elya


Immersa nelle verdissime piantagioni di tè, situata a 1.889 metri di altitudine, Nuwara Eliya,
che significa città della luce, era la stazione climatica preferita dai britannici che la trasformarono
in un villaggio inglese.
L'aria profuma di menta selvatica, il paesaggio è un susseguirsi di verdissime piantagioni di tè.


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Yala


I pescatori.


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Sri Lanka (parte I)