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. - monk - 25/11/2003
Calarci in meditazione significa immergerci in un ambito in cui ciò che desta interesse non è un’idea, ma l’atto stesso di sentire. Meditare è un ripiegamento estremo: da me stesso a me stesso. Sento che sento, sento che sono vivo: cos’è? L’esistenza sa solo di esistenza, non la definisco la vivo. Ma chi la vive ? Cos’è io ? La meditazione è un metodo rigoroso ma non è una tecnica perché richiede apertura e vulnerabilità e lavora sul sentire non con operazioni matematiche. E’ una strada che si affronta con una forte motivazione al vero si deve essere disposti a voler capire come stanno le cose. Cos’è l’universo se non un insieme di buchi-neri accompagnati dal mistero del sentire?
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Sii come un tronco adagiato nell`acqua e lasciati portare a valle dalla corrente! ( skaramakai - mughen@supereva.it - 26/11/2003 .)

 

Ciao, volevo chiederti se è possibile in poche righe descrivere in pratica come avviene la meditazione: devo sedermi?a cosa devo pensare?devo tenere gli occhi chiusi?Ti ringrazio, ciao ( MakB - ilberdo@libero.it - 27/11/2003 .)

 

Per sapere qualcosa di sé, il me stesso, deve tornare a coincidere con se stesso nel silenzio e nella quiete. Quindi per fare meditazione è soprattutto necessario che il corpo non disturbi, ed assuma una postura adatta all’imobilità, si deve fissare, quindi è importante cercare la posizione più idonea e rispettosa del proprio corpo dando la massima attenzione all’equilibrio della colonna come punto di partenza. Secondo le possibilità del proprio corpo ci si può sedere usando uno zafu (cuscino di meditazione) oppure a gambe incrociate nella maniera più semplice, cioè con i malleoli adagiati al suolo, non portando i piedi sulle coscie in quanto può essere molto pericoloso per le ginocchia se non si è già abituati alla meditazione, oppure sedendosi su di una sedia, cercando sempre di mantenere una posizione comoda, aiutandosi eventualmente anche con supporti (coperte ecc…) da mettere nelle zone dove si ha più difficoltà. A questo punto chiudere gli occhi e dapprima porre l’attenzione solo all’entrata e all’uscita del respiro cercando di essere presenti solo a questa pulsazione senza intervenire, già questo è molto difficile….e attendere un cambiamento di stato, cioè da uno stato di agitazione, confusione ad uno stato centrato, compattato…..quando questo avviene lo noterai nitidamente, ecco il momento in cui inizia la meditazione, la ricerca, da questo ambito “originario” nel quale lanciare i propri perché. Ricorda però che la meditaizone non è sul funzionamento, cioè sul cos’è, ma sul soggetto cosciente che vive . Buona pratica. ( monk - . - 28/11/2003 .)

 


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