Come fare il Buddismo senza farsi male:
manuale dil illuminazione zen ad uso dei viandanti
Scritto
da Jacopo Fo - messaggio nella Chat di zenhome - 26/12/2004
LA
MAMMA DI BUDDHA ERA VERGINE?
Buddha si
chiamava in realtà Shakyamuni. Non nacque come tutti i comuni cristiani
per via uterina ma, come ogni messia che si rispetti, venne fuori dal
fianco di sua madre, il mondo si illuminò e ci furono prodigi di
ogni sorta.
Shakyamuni
era figlio di un re e c`era stata una profezia: avrebbe rinunciato a governare,
a onori e ricchezze se avesse visto un morto, un vecchio, un malato e
un eremita.
Siccome suo padre voleva farne un re lo fece crescere in tre palazzi d`oro
circondati da tre ordini di mura senza mai farlo uscire di là.
Shakyamuni visse svariati secoli in questa reggia attorniato da centinaia
di fanciulle procaci che gli facevano dei giochetti erotici di gruppo
veramente scioccanti, nutrendolo di ogni sorta di leccornie.
Lui mangiava a quattro palmenti e guzzava come un mandrillo. Poi però
un giorno decise di farsi un giro in carrozza, vide un morto, un malato,
un vecchio e un eremita e decise di abbandonare sua moglie, suo figlio,
i tre palazzi, le concubine e ogni ricchezza.
Girovagò un po` per l`India in cerca di saggi e saggezza poi si
sedette sotto un albero e restò così, immobile per svariati
anni, tanto che i muschi lo ricopersero e gli insetti ci fecero il nido
sopra.
Poi un bel mattino si illuminò: la terra tremò e ci fu un`altra
mostruosa quantità di prodigi. Il Buddha aveva capito che la vita
è così brutta perché la gente desidera le cose e
quando le perde soffre.
Così propose di non desiderare più nulla evitando in questo
modo ogni dolore. Predicò per 45 anni poi un giorno un fabbro che
viveva presso la città di Pâ wa lo invitò a mangiare
con i suoi discepoli offrendogli riso e funghi. Buddha fece distribuire
il riso ai monaci ma i funghi se li mangiò tutti lui.
Fece indigestione e morì.
I più benevoli sostengono che i funghi erano velenosi e per questo
lui non li fece mangiare ai suoi accoliti.
Prima di morire, comunque mandò a dire al fabbro di non crucciarsi
per aver cucinato funghi velenosi.
Son cose che succedono. Questa è la storia del Buddha così
come la raccontano i testi più antichi, cioè Maha Padana
Suttanta e Udana ovvero i sacri testi di Pali (Pali non è il plurale
di ``palo``, come a lungo ho creduto ma un posto nell`isola di Ceylon,
alias Sri Lanka).
L'illuminazione.
A noi occidentali il buddismo appare come una religione molto più
libera e democratica del cristianesimo, ma questo dipende dal fatto che
da piccoli non siamo stati annoiati da monaci buddisti ma da preti cattolici,
protestanti e simili.
Il buddismo non ha niente da invidiare al cristianesimo per quanto riguardo
prodigi incredibili, gusto della sofferenza e disprezzo del piacere. È
però vero che il buddismo contiene una grande novità: l`idea
dell`illuminazione; cioè si afferma che l`essere umano può
alfine trovare il senso della vita e sperimentarlo, sentirlo come una
sensazione fisica.
L`illuminazione è appunto questo stato di pieno sviluppo della
personalità umana che ci permette di percepire l`unità tra
noi e l`universo e il piacere cosmico e l`amore universale. Una cosa assolutamente
deliziosa.
Intorno a quest`idea si sviluppa l`insegnamento del Buddha. Non sappiamo
poi se il resto delle idee e delle storie siano vere. I vangeli buddisti
sono stati scritti almeno un secolo dopo la morte di Shakyamuni, quando
il Buddismo era una religione organizzata e gerarchica e c`è da
sospettare che molta roba sia stata aggiunta per fare colpo e per ingraziarsi
i potenti.
Ad esempio uno dei comandamenti fondamentali del buddismo tibetano è:
``Rispetta coloro che sono nobili per nascita``.
Dubito che il Buddha abbia detto proprio così. D`altra parte il
fatto che la chiesa buddista sostenesse che i poveri sono morti di fame
perché hanno fatto i cattivi in una vita precedente piacque moltissimo
ai re e agli imperatori di gran parte dell`oriente che adottarono alla
svelta il buddismo come religione di stato.
Questo successo di pubblico fu facilitato anche dal fatto che i buddisti
pensano che tutto è illusione, quindi non gliene frega sostanzialmente
un cazzo di qualunque formalità. I buddisti non cercarono mai di
imporre riti di qualche genere anche perché il Buddha si era limitato
a meditare e predicare.
Così, ovunque arrivarono, inglobarono tutte le ritualità
delle religioni preesistenti, ne adottarono i costumi, le festività,
le cerimonie, limitandosi a sostituire i vecchi sacerdoti con monaci buddisti.
Questo comportamento può sembrare molto aperto e tollerante ma
è anche terribilmente astuto.
Così oggi il buddismo tibetano, tailandese, cinese, giapponese,
indiano e filippino sono assolutamente diversi l`uno dall`altro. Ci sono
decine di scuole, sette, chiese, un casino che non ha niente da invidiare
a quello che vige in campo cristiano o mussulmano. Anzi le differenze
tra buddisti sono molto più grandi.
L`unica costante sono l`idea dell`illuminazione, della sofferenza e del
ciclo delle reincarnazioni. Quest`ultima idea è interessante perché
il mondo, la vita viene vista come una scuola destinata a migliorare gli
esseri. Il mondo è imperfetto, attraverso le reincarnazioni le
creature si migliorano. Quando sono perfette si fondano nel tutto cosmico.
I Buddha (Buddha vuol dire illuminato) sono esseri che raggiunta la perfezione
rinunciano a fondersi col tutto e tornano in terra a educare l`umanità.
Alla fine tutte le creature avranno capito cosa è bene e cosa è
male, tutti ci fonderemo nell`energia cosmica e non ci sarà più
bisogno di reincarnarsi. Lo scopo ultimo del buddismo è perciò
l`eliminazione di qualunque forma di vita sul pianeta terra e nelle galassie
circostanti.
BUDDHA ERA UN PAZZO SCATENATO?
Negli Udana si racconta che c`era presso la città di Savatti un
bramino ``errante``. Sua moglie stava per partorire e gli chiese di procurarle
un po` d`olio, al fine di ungersi la pisella per rendere più facile
la nascita.
Il religioso non aveva denaro, però sapeva che un certo principe
dava pane e olio a volontà a tutti i bramini a patto che lo consumassero
presso di lui.
Egli si recò dal principe e si tracannò litri di olio pensando
di vomitarlo poi una volta giunto a casa, e darlo così a sua moglie
per il parto. Così fece, ma giunto a casa non riuscì a vomitare
e fu preso da dolori mostruosi. Il Buddha passava di lì e, vedendo
questo ``errante`` che si contorceva davanti alla sua povera capanna,
disse ai suoi discepoli: ``Guardate quest`uomo, ha voluto avere troppo
e ora ha solo mal di pancia``.
In un`altra occasione la moglie di un suo discepolo, che l`aveva abbandonata
per diventare monaco, si trovò a non avere più nulla da
mangiare né per se né per il piccolo figlio. Si recò
dal monaco con la loro creatura, e lo trovò seduto sotto un albero
che faceva meditazione. Gli disse che era disperata, ma l`uomo non la
degnò neppure di uno sguardo. Allora depose il pargolo ai suoi
piedi e se ne andò. Il bimbetto si mise a piangere ma il padre
non mosse un dito. Dopo un po` la madre, sentendo le urla del piccino,
tornò indietro, riprese il figlio e se ne andò senza che
il marito smettesse di meditare. Il Buddha, vedendo tutto ciò,
disse: ``Bravo! Non si è fatto distrarre da questioni terrene!``.
Il Buddha era un tipo così. Duro e spietato, senza mai un solo
gesto di pietà verso chi soffre.
Per fortuna questa è solo una faccia del buddismo, quella dei testi
sacri. Dopo Shakyamuni ci sono stati centinaia di altri Buddha che si
sono comportati un po` meglio.
Questo fatto è molto contraddittorio e permette di interpretare
e rivedere il senso degli insegnamenti del Maestro. In effetti si può
essere buddisti in decine di maniere diverse a seconda di quali testi
si riconoscano veri e giusti e di quali si diffidi considerandoli dei
falsi apocrifi. Ci sono maestri che negano le affermazioni ufficiali di
Shakyamuni, altri che sostengono che lui disse quel che disse solo perché
parlava con degli ignoranti che non erano in grado di capire nient`altro.
Così si tramanda che un allievo chiese al Buddha: ``Maestro, veramente
io mi reincarnerò in un`altra creatura?`` E lui rispose: ``Ti ho
detto che tutto è illusione. Come puoi pensare che tu che non esisti
ti reincarnerai in un`altra creatura che non esiste per vivere di nuovo
una vita che non esiste in un mondo che non esiste?``.
Altri sostengono che il Buddha, in punto di morte abbia detto: ``Vi ho
detto solo quello che volevate sentire``.
Così, mentre la regola fondamentale per chi vuole raggiungere l`illuminazione
è non fare sesso e non occuparsi delle ricchezze terrene vi furono
grandi maestri che si sposarono, ebbero figli e gestirono imprese commerciali.
Uno di questo era Marpa uno dei massimi patriarchi del buddismo tibetano,
uno dei principali guru della successione Kagyü, allievo come Milarepa
del maestro indiano Naropa. Ebbe sette figli e gestì per tutta
la vita una fiorente azienda agricola con decine di lavoranti. Un giorno
uno dei suoi figli morì. Un suo allievo, vedendolo disperato gli
chiese: ``Se tutto è illusione perché soffri?`` Lui rispose:
``Tutto è illusione ma questa è una super-illusione``. (Va
oltre ogni illusione).
Ugualmente ci furono maestri che si opposero alle gerarchie ecclesiastiche.
Si narra ad esempio che Drugpa Kunlegs (alias Drugpa Legpa), meglio conosciuto
come lo Yoji pazzo, si trovasse in una regione del Tibet colpita da una
tremenda siccità. Tutti i più grandi Lama si erano radunati
per fare riti e recitare mantra allo scopo di far piovere. Però
non pioveva. Arrivò allora Drugpa, raggiunse il centro della cerimonia,
si mise a testa in giù con le gambe incrociate e sparò una
tremenda scorreggia. Subito il cielo si riempì di nubi e iniziò
a diluviare. Allora Drugpa dichiarò, rivolto ai grandi sacerdoti:
``Vale più una mia scorreggia di tutti i vostri mantra``. Anche
sul sesso le idee sono molto divergenti.
C`è ad esempio la storiella della bellissima monaca che vive insieme
ad altri monaci. Uno di questi le scrive una lettera d`amore chiedendole
un appuntamento clandestino. Lei durante la preghiera comune legge pubblicamente
questa lettera e poi dice al monaco: ``Se mi ami vieni qui e amami ora,
l`amore non deve essere nascosto!``. C`è poi la storia di un`anziana
donna che da anni manteneva un monaco. Gli aveva perfino fatto costruire
una capanna sulla sua terra. Un giorno elle volle mettere alla prova lo
zen di questo suo protetto. Gli mandò quindi una giovane e bella
fanciulla di facili costumi con l`incarico di sedurlo. Ma il monaco restò
indifferenze dicendo cose tipo ``la tua carne è apparenza, io vedo
solo il tronco scarno di albero morto``.
Quando la ragazza riferì l`accaduto, la vecchia andò su
tute le furie: ``Che maleducato insensibile! Come si fa a offendere così
una bella ragazza! Se è tutto apparenza avrebbe dovuto amarti almeno
per cortesia!``. Così cacciò il monaco e incendiò
la sua capanna.
Si potrebbe dire che nel buddismo vi sono due tendenze.
Una, maggioritaria, sostiene che i piaceri terreni sono la causa della
sofferenza e della paura della morte, quindi bisogna rinunciare a qualsiasi
piacere. L`altra tendenza sostiene che l`attaccamento ai piaceri terreni
è la causa del dolore e non il piacere in sé. Quindi non
c`è alcun male a far sesso, mangiare bene, amare la musica o i
letti comodi.
Il problema è non volere una donna tutta per sé, non essere
possessivi, imparare a rinunciare alle cose e alle persone quando queste
prendono altre vie.
Accettare il buono quando viene e goderne, non lagnarsi quando ciò
che amiamo ci abbandona. è una distinzione di concetti molto sottile,
forse troppo perché potesse essere colta 2600 anni fa, ai tempi
di Buddha, quindi non sapremo mai come la pensava veramente lui.
Comunque io credo che lui fosse proprio radicalmente contrario al piacere.
L`idea che gioire possa essere un bene è un concetto moderno.
Scritto
da Jacopo Fo - messaggio nella Chat di zenhome - 26/12/2004
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